Non rappresenta solo un elemento esteticamente spiacevole, ma anche un danno per la salute e un disagio per chi se le ritrova sulle pareti di casa propria: stiamo parlando della muffa, una problema ricorrente e da risolvere quanto prima.
Per evitare il danno a monte – o per disfarsene in poco tempo – bisogna innanzitutto conoscerne le cause: se escludiamo l’eventualità di perdite dalle tubazioni o di umidità da risalita (cause principali), alla base ci può essere un problema di isolamento capace di comportare la formazione di muffe maleodoranti sulle pareti.
Al giorno d’oggi, però, l’attenzione rivolta alle prestazioni energetiche degli edifici è aumentata, dunque la causa principale va cercata più a fondo: con grande probabilità, infatti, l’insidioso problema può verificarsi per colpa del ‘ponte termico’, ovvero una zona o un punto dove tra la parte interna e quella esterna del muro manca l’isolamento con conseguente passaggio (da qui la definizione di ponte) di umidità da fuori a dentro.
Bisogna, quindi, accertarsi da dove prendono origine le macchie di muffa, in modo tale da procedere per il meglio e risolvere il problema quanto prima: già con una prima occhiata possiamo capire diverse cose.
Infatti le facciate macchiate di muffa scura derivano proprio dal ponte termico, dovuto alla mancanza totale di isolamento all’interno della parete, mentre se abbiamo a che fare con delle macchie di muffa che si concentrano negli angoli e nelle giunzioni, la causa principale sarà la mancanza dell’isolamento fra travi e pilastri. In questo caso, le pareti potranno anche essere isolate bene, ma il problema nasce dalla struttura portante dove, se non si hanno buon conduttori, l’umidità di pilastri e travi diventano ponti termici.
Per evitare il problema già dall’inizio, sarebbe bene tener presente il calcolo ponti termici lineari, ovvero quelli che vanno ad interessare cordoli, travi, pilastri, davanzali e distanziatori nelle vetrate ed il calcolo ponti termici forfettari. Quest’ultimo infatti rappresenta un metodo decisamente comodo, perché può essere applicabile per alcune tipologie di abitazioni già esistenti. Con questa tecnica, lo scambio termico attraverso i ponti che prima era determinato in modo forfettario, sarà calcolato in modo analitico e dettagliato.
Se invece la maleodoranti macchie di muffa sono già presenti sulle pareti di casa, l’operazione più utile è la termografia a infrarossi. Diffidando da raschiamenti e imbiancamenti su imbiancamenti (che andranno persino a peggiorare la situazione iniziale), questa metodologia permette di fotografare la situazione termica dell’intero edificio o della porzione di esso dove si evidenziano le macchie di muffa.
La termografia IR serve agli addetti ai lavori per pianificare interventi meno invasivi possibile: una volta accertati che la causa siano i ponti termici, l’unico rimedio sarà quello di un cappotto isolante, che consiste nell’applicazione sulla faccia esterna della parete di un pannello di materiale isolante ricoperto da un intonaco, rinforzato da un’armatura e completato da uno strato di finitura.
I materiali isolanti che possono essere usati per questo procedimento sono diversi, tra cui il gettonato “sughero biondo” che oltre ad essere resistente e traspirante è anche ecologico. Infine, se si abita in un condominio, per procedere con questa tecnica bisogna che tutti i condomini siano d’accordo.
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