Risparmio, sviluppo, ambiente.
I vantaggi dell’efficienza energetica sono plurimi e, soprattutto, capaci di generare considerevoli ritorni economici – come la riduzione delle spese per le bollette di riscaldamento e condizionamento – ma anche benefici sociali ed ambientali.
In altre parole? Una ricchezza su cui puntare.
Ma d’altra parte, se efficientare il patrimonio energetico si rivela quale uno step imprescindibile per apportare benefici all’ambiente e al portafoglio, altrettanto importante sarà procedere in maniera programmatica, significativa ed efficace.
Come? Attuando il deep retrofit.
Con questo termine si indica la ristrutturazione profonda di un edificio in grado di elevare sensibilmente le sue prestazioni energetiche: grazie a questo specifico intervento, infatti, lo stabile passa così da una bassa classe energetica alla classe A, puntando all’obiettivo “energia quasi zero” o nZEB.
I deep retrofit prevedono sì un miglioramento significativo della prestazione energetica dell’edificio, ma è la modalità dell’intervento che cambia rispetto alle tradizionali.
Questo perché la progettazione integrata e l’industrializzazione di processi – volti a rendere più efficace, rapido e quanto meno impattante per i residenti i lavori necessari per migliorare le loro abitazioni – si designa come il suo elemento centrale.
Così come accade nei Paesi Bassi, dove è stato messo in pratica un programma finanziato dal governo per migliorare gli standard di efficienza energetica nel mercato olandese, creando un vero e proprio approccio industriale in grado di occuparsi di tutti gli aspetti, dalla progettazione alla ristrutturazione profonda.
Per questo motivo, per essere classificato come un intervento di deep retrofit, una ristrutturazione deve assicurare almeno il 60% in meno di consumi energetici, così come conferma l’Osservatorio europeo del parco immobiliare (EU Building Stock Observatory), che ha individuato tre livelli di ristrutturazione sulla base dei risparmi di energia primaria: leggera (inferiore al 30%); media (tra il 30% e il 60%) e, come appena sottolineato, profonda quando è oltre il 60%.
Per creare una casa realmente efficiente dal punto di vista energetico, confortevole e sana, dobbiamo infatti capire il funzionamento della casa intesa come un sistema interconnesso e interdipendente: gli spifferi alle finestre, ad esempio, possono inficiare l’isolamento termoacustico e il comfort dell’edificio, non importa quanto efficiente possa essere l’impianto di riscaldamento.
Al contrario, i deep retrofit offrono invece una ristrutturazione che tenga a mente ogni aspetto, con un approccio sistemico, osservando l’effetto complessivo e combinato delle misure energetiche più appropriate.
Basti pensare a come nel deep retrofit ogni misura energetica proposta venga calcolata con precisione e valutata nel suo rapporto qualità/prezzo per ottenere la soluzione migliore (livelli di isolamento, dimensioni dell’impianto fotovoltaico, valore Uw dei serramenti, dimensioni della pompa calore e dei radiatori) al fine di raggiungere un risultato complessivo in linea con l’obiettivo energetico.
Si trova negli States l’esempio più significativo di ristrutturazione profonda: l’Empire State Building, uno degli edifici più famosi al mondo, realizzato nel 1931.
Per la sua ristrutturazione sono stati previsti lavori per 550 milioni di dollari, con l’obiettivo di mettere in atto un intervento innovativo e replicabile su qualsiasi edificio, per arrivare a un risparmio energetico consistente: si parla del 38,4% annuo.
Così, il risparmio energetico si traduce in una fonte di benefici: dalla riduzione dei costi (il deep retrofit consente anche di velocizzare il rientro dall’investimento) fino alla mitigazione dei cambiamenti climatici e sicurezza energetica.
Ma il beneficio più importante è quello che riguarda la salute e il benessere.
La maggior parte dei risanamenti energetici migliorano il comfort interno degli edifici, riducendo così malattie e mortalità, quindi migliorando la produttività dei lavoratori, in caso di edificio commerciale ed industriale, e la qualità della vita degli occupanti.